Il Milione, la prima guida viaggi della storia

Sul Milione di Marco Polo si è molto scritto per le sue caratteristiche. Ricordo di averlo letto con piacere da bambino, quasi divorato, per quel suo modo di descrivere dei mondi lontani e sconosciuti e per il senso di meraviglia che trasmetteva.

La riuscita dell’opera si deve a dei pregi innegabili. Anzitutto Marco Polo evita che sia il solito diario di bordo o commentario. La descrizione dei luoghi avviene per catalogazione, segnando i paesi e le città che incontra, misurando le distanze e dandone conto in modo compiuto. L’aspetto antropologico è arricchito dalle numerosi descrizioni che Polo fornisce del paesaggio, elencando le bellezze naturalistiche, la presenza di monti e foreste, corsi d’acqua e sorgenti. Parla inoltre del clima e di come vi abitino gli abitanti, spesso soffermandosi in descrizioni particolareggiate sul piano somatico. Qui passa ad elencare i costumi. Ha assistito a matrimoni feste civili e religiose e le descrive sempre con un senso di meraviglia che va oltre la semplice curiosità.

Marco Polo descrive quindi la scienza e le conoscenze dei popoli che incontra, che moneta usino, che tipo di commerci pratichino. Più che milione dovrebbe chiamarsi Atlante. Ma il modo in cui presenta i posti lo fa più assomigliare a una moderna guida viaggi, ma di alta qualità, come un reportage scritto da uno scrittore mandato apposta nei luoghi più strani per raccontarceli col suo stile, la sua penna. Il libro è opera del Rustichello come sappiamo, ma per dettatura di “Messer Marco Polo”.

La fortuna dell’opera si deve secondo noi alla capacità espositiva, al fatto di presentare i posti seguendo una sorta di itinerario, con distanze e tempi di percorrenza, città da raggiungere e mete dove pernottare. Dalle città si arriva alle province e ai regni, descritti con formule espressive molto felici, che non possono non affascinare. L’opera è scolastica, ma racchiude una certa perfezione formale, ripetuta capitolo per capitolo.

Ogni tanto questi resoconti sono intervallati da storie molto particolari, come la descrizione del famoso palazzo di Kubhlai Khan o della setta degli Assassini, fumatori d’oppio. Personalmente ho trovato molto calzanti e interessanti, da punto di vista etnografico, la descrizione dei servizi postali e i moderni sistemi di governo usati in Cina e nei regni asiatici, che aprono uno squarcio unico su una civiltà millenaria che si sviluppava in modo parallelo a quella europea.

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