Realtà virtuale e realtà aumentata, le differenze

Da anni sentiamo parlare di realtà virtuale, ma solo ultimamente si stanno diffondendo concretamente i dispositivi per farne un vero e proprio strumento di intrattenimento. La NBA, presumibilmente il più famoso campionato del mondo, dallo scorso anno sta sperimentando delle inquadrature VR (virtual reality) con la promessa di immergere il telespettatore all’interno del campo da gioco. Ma nella vita di tutti i giorni che impatto può avere?

Immagina di svegliarti stanco, sentirti malato, ma devi andare a lavoro e affrontare il capo, che probabilmente è l’ultima persona al mondo con cui vorresti parlare quella mattina. Non sarebbe bello poter fuggire dalla realtà e disporre di una realtà alternativa, magari virtuale? I videogiochi dopotutto sono nati con questa idea in mente: dare mondi alternativi a disposizione, nei quali immergersi per distrarsi dal presente.

La realtà virtuale fa riferimento però a un ambiente fisico, tangibile, che quindi possiamo toccare con mano e vivere con l’esperienza dei sensi, nel quale interagiamo con gli strumenti della percezione classici, come il tatto, la vista, l’udito. L’ambiente è tridimensionale, non a due o una dimensione come quello offerto in genere dallo schermo di un videogioco.

Le ricerche e lo sviluppo sulla realtà virtuale vanno avanti da 40-50 anni, anche se il termine fu coniato 30 anni fa. I veri sviluppi sono avvenuti negli anni novanta, quando si è iniziato a comprendere quali erano i reali limiti dello sviluppo nel settore. Quella che spesso appariva una terra promessa in realtà presentava delle grosse limitazioni. Fortunatamente la tecnologia incesti ultimi decenni ha dimostrato di progredire in modo esponenziale, con miglioramenti macroscopici dal punto di vista dell’hardware e del software.

I sistemi di realtà virtuale contemporanei fanno ricorso alla capacità sensoriale. La vera differenza tra un videogame e la realtà, infatti, sta nella percezione. Poter impiegare tutti i sensi e stimolare delle reazioni però non è affatto semplice. Guidare un simulatore di volo non è la stessa cosa che farlo davvero, a meno che non aggiungiamo degli effetti che stimolano i nostri sensi e ci coinvolgono completamente.

La realtà virtuale non va confusa con la Realtà Aumentata: la Realtà Aumentata nasce in ambienti militari per simulare scenari e situazioni nei quali il soldato o il pilota di un caccia deve trovarsi. Un famoso gioco che fa ampio uso della realtà aumentata è Pokemon Go, che sfrutta le mappe e il posizionamento GPS per rendere il gioco accattivante (lo scopo in sostanza è trovare i piccoli “Mostri” in zone reali della nostra vita quotidiana).

In commercio oggi sono presenti dei visori VR come Google cardboard, Samsung Gear VRod Oculus Rift Sostanzialmente delle maschere in cartone che permettono di visitare ad esempio i luoghi significativi in Google Maps, oppure immergersi in un’esperienza di gioco particolarmente coinvolgente. Già dalla loro forma si capisce che l’utilizzatore deve completamente estraniarsi dalla realtà per immergersi in una nuova, a differenza della realtà aumentata, che sfrutta vari livelli di informazioni, per combinarle con ciò che stiamo facendo (guidare e leggere immagini sul traffico nel parabrezza, potrebbe essere un esempio).

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