L’enigma delle piramidi di Giza

Le piramidi sono tra le meraviglie dell’antichità che ci sono giunte meglio conservate. Distribuite in tutto il territorio dell’antico Egitto trovano il culmine nel gruppo di Giza, una località posta a sud del Cairo. Le piramidi erano grandi costruzioni sepolcrali, tombe appartenenti a regine e re o alti dignitari, facenti parte di un ricco complesso funerario, che poteva comprendere statue e templi. I sacerdoti, molto importanti per l’interpretazione degli astri e del loro corso lungo la volta celeste, accompagnavano con riti particolari il viaggio di ricongiunzione tra il Faraone e le divinità, affinché il primo diventasse immortale.

Molte delle piramidi conosciute furono costruite tra il 2700 e il 1600 a.C, alcune di esse sono conservate decentemente, altre sono solo mucchi di sabbia appena percettibili. Un grande architetto di nome Imhotep, vissuto durante il regno di Zoser, fu il primo grande costruttore di piramidi. Inizio a costruire tombe con la forma della mastaba, una lunga e piatta costruzione di forma rettangolare, fatta di mattoni di argilla cotti al sole. Le mura raggiungevano facilmente i 3 metri. Imhotep ebbe l’idea di innalzare degli strati sempre più piccoli, fino a che non raggiunse la straordinaria altezza di 60 metri. Era la prima piramide a gradoni dell’antichità, quella di Saqqara, costruito interamente in pietra intagliata.

Durante la quarta dinastia, tra il 2600 e il 2500 a.C., gli Egiziani avevano perfezionato le loro tecniche di costruzione, raggiungendo un’abilità unica nell’innalzare ad altezze mai viste gli edifici. Il risultato furono le tre spettacolari piramidi di Giza, in particolare la grande piramide di Cheope, alta 141 metri nel culmine che allora era ricoperto d’oro. Essa conteneva almeno due milioni e mezzo di blocchi di pietra intagliata, del peso ciascuno di due tonnellate e mezzo di media, quelli alla base ne pesavano almeno quindici. I blocchi erano stati estratti da cave di calcare portati da sud, attraverso delle chiatte sul Nilo. All’interno, le stanze e i corridoi erano stati scavati col granito, ottenendo un miracolo ingegneristico di resistenza e affidabilità. Anche il granito fu portato da Assuan, nel sud. Le tecniche di costruzione sono molto dibattute, ma non conoscendo macchine per il sollevamento dei blocchi ad altezze così elevate, come pulegge e argani, è possibile che utilizzassero la tecnica delle rampe, accumulando sabbia di riporto. Una tecnica usata ancora oggi per scavare le miniere a cielo aperto e usata dai Romani per assaltare la fortezza di Masada.

Vicino alle 3 piramidi (le altre due sono di Chefren e Micerino) sorge l’enigmatica statua della Sfinge, che rappresenta un leone con la testa di quella che sembrerebbe essere una donna. In realtà si pensa che sia una rappresentazione mitologica di Cheope, anche se prima era stata attribuita a Chefren. Oggi è sottoposta a gravi fenomeni di erosione, ma la sabbia che l’ha ricoperta per secoli ha aiutato a mantenerla riconoscibile e intatta. Ora che è scoperta il deterioramento continua, anche se non mancano i piani di salvataggio e riparazione.

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